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27 febbraio 2011

Dinosauri in Carne e Ossa - Ci siamo quasi!

La ricostruzione iperrealistica a grandezza naturale di Pachyrhynosaurus presente a "Dinosauri in Carne e Ossa" - Foto di D. Bonadonna
Ieri, sono stato a Piacenza, per dare un piccolo aiuto per le ultime fasi della preparazione di Dinosauri in Carne e Ossa. L'occasione mi ha permesso di vedere dal vivo ed in anteprima le ricostruzioni di animali estinti presenti nell'evento. Vi assicuro che sono veramente spettacolari, e meritano di essere viste! Quindi, non dimenticate di fare un salto a Piacenza (dal 1 marzo al 31 maggio), non resterete delusi!

25 febbraio 2011

Un tyrannosauroide in simpatria con Deinonychus

Forme simili al cinese Xiongguanlong vissero anche in Nordamerica?
Vi ricordate il post sulla presunta forza del morso in Deinonychus? Oltre ai segni più significativi per il tema di quel post, si accennava alla presenza di altri segni di morso che potevano essere attribuiti a dei tyranosauroidei. Forse, abbiamo trovato l'autore dei morsi.

24 febbraio 2011

The Real Jurassic Park III

L'inevitabile conseguenza di spendere tanti soldi nella paleontologia (Jurassic Park III)
Come orde di dinomaniacs e kidminkias sanno bene, l'ultimo esemplare di Tyrannosauroidea è morto nel 2001, abbattuto dall'ultimo esemplare di Megalosauroidea. Un classico della grossolanità paleontologica è disquisire pedantemente sul fatto che i due animali non si incontrarono mai nella "realtà", dato che uno proviene dal Cenomaniano africano e l'altro dal Maastrichtiano nordamericano. Ciò non ha però una grande rilevanza, considerando che nel parco giurassico dei nostri sogni quasi tutte le specie presenti non sono mai vissute assieme. Dopo tutto, si sa: fa più rumore un tyrannosauro che cade che un cladogramma che cresce. Proprio estendendo le nostre ossessioni ai cladi e non solo alle singole specie, si può sperare di trovare una, seppur sbiadita, plausibilità per la scena più brutta della trilogia di "Billy e Clo.". I cladi Megalosauroidea e Tyrannosauroidea condividono almeno 75 milioni di anni di durata (dal Giurassico Medio alla base del Cretacico Superiore) e almeno due continenti, Nordamerica ed Europa. Pertanto, se proprio non potete fare a meno di una epica lotta tra megalosauroidi e tyrannosauroidi, avete un paio di location per le vostre (dino)manie:

Perché i theropodi non sono canguri...

Tarbosaurus by Z. Burian
Come tutti gli appassionati di dinosauri e di storia della paleoarte sanno, per oltre un secolo i theropodi sono stati ricostruiti con una postura della colonna vertebrale presacrale inclinata di circa 40-45°, la superficie ventrale del torace (l'addome) esposta anteriormente e la base della coda proiettata verso il basso che si incurva verso l'alto nella parte finale. Oggi, questa iconografia (e relativa interpretazione biomeccanica) è superata. Molti, di solito, giustificano questa rivoluzione come ispirata dalla paleoicnologia (la scienza delle orme fossili): ovvero, ritengono che si sia abbandonato quel modello (che per il resto del post chiamo "VM": "Vecchio Modello") in quanto falsificato dall'assenza di traccia della coda nelle piste fossili. In realtà, come dimostra la tavola qui sopra del mitico Burian, il VM sarebbe ancora compatibile con l'assenza di traccia della coda. Anche un theropode VM potrebbe muoversi senza trascinare la coda. La causa dell'abbandono del VM è più complessa.

21 febbraio 2011

Paleo-Vintage ed educazione alla Paleoarte

Questa immagine è stata "riesumata" da Davide Bonadonna ed ha generato una piccola discussione tra me, Davide, Andrea Pirondini e Alessandro Carpana. Si tratta delle prime 2 pagine di un libro per ragazzi appartenente alla collana "Guarda e Scopri" della AMZ Editore, pubblicati negli anni '70 e '80 del secolo scorso (detto così sembra il Paleozoico, e se ci penso, in effetti sono almeno 25 anni fa). La tavola mostra una carrellata di fauna Fanerozoica, con una particolare enfasi sui rettili mesozoici, dato che il libro in questione è dedicato ai "Rettili della Preistoria".

20 febbraio 2011

Le Conferenze di "Dinosauri in Carne e Ossa"

Da oggi, è disponibile la cronologia delle conferenze in programma nell'ambito della mostra "Dinosauri in Carne e Ossa".
Potete scaricare il programma qui.
Tra gli altri, segnalo interventi di J. Horner, C. Dal Sasso, S. Maganuco, F. Fanti e D. Bonadonna
Io interverrò giovedì 24 marzo: vi aspetto!

19 febbraio 2011

Il Mistero del Frontale Giurassico - Seconda Parte

Nel precedente post, ho parlato della coppia di frontali fusi dal Giurassico Medio-Superiore descritta da Buffetaut e Enos (1992). Nella mia argomentazione mi ero basato solamente sulla traduzione inglese del testo originale, ma non avevo avuto modo di visionare le immagini del fossile. Un'immagine spesso vale più di mille parole, ed infatti così è stato. Grazie a Leonardo Ambasciano, che ha risposto alla mia richiesta di aiuto iconografico, ho finalmente le immagini del fossile. Ecco la figura, tratta dall'originale articolo di Buffetaut e Enos.

18 febbraio 2011

Un enigmatico frontale dal Giurassico francese: il più antico carcharodontosauride?

Buffetaut e Enos (1992) descrivono una coppia di frontali fusi dal Calloviano-Oxfordiano della Francia. L'esemplare è estremamente interessante, dato che, a quanto so, esso è l'unico theropode giurassico con fusione completa (senza traccia dorsale di suture) dei due frontali. Inoltre, l'esemplare, medio-grande per standard theropodi, è descritto come vagamente pentagonale in vista dorsale, più ampio che lungo (11 cm di lunghezza x 14 di ampiezza), moderatamente spesso, concavo trasversalmente per l'espansione delle aree articolari col prefrontale e con una ridotta fossa sopratemporale. Questa combinazione di caratteristiche mi ricorda molto i frontali carcharodontosauridi.
Purtroppo, io dispongo solamente della traduzione inglese dell'articolo originale (in francese) dal Polyglot Paleontologist, ma non ho alcuna immagine dell'esemplare per poter confermare ulteriormente i miei pensieri. Chiunque abbia immagini dell'esemplare o una copia elettronica dell'articolo originale mi può contattare qui o via email.

Bibliografia:
Buffetaut, E. & J. Enos. 1992. Un nouveau fragment crânien de dinosaure théropode du Jurassique des Vaches Noires (Normandie, France): remarques sur la diversité des théropodes jurassiques européens. Comptes Rendus de l'Academie des Sciences Paris, Série II 314:217-222.

17 febbraio 2011

Perché la paleoarte non è (duplice come la) illustrazione naturalistica



Il prematuramente scomparso S. J. Gould ideò una brillante metafora per rappresentare i due modi principali di divulgare la Scienza. Egli citò due grandi italiani del passato, che, in modo differente, hanno contribuito alla nascita ed alla diffusione sia del pensiero naturalistico che della lingua italiana: S. Francesco d'Assisi, che cantò in lingua volgare - invece che in latino - la sua lode al Creatore del Mondo, e Galileo Galilei, che scrisse il suo trattato sui massimi sistemi astronomici in italiano - invece che nel latino degli accademici - entrambi proprio per permetterne una maggiore diffusione.

J. Horner torna in Italia!

Il Presidente dell'APPI, A. Carpana, ed il Presidente Onorario dell'APPI, J. Horner, durante gli scavi in Montana (foto dal blog APPI)
Il mio precedente post potrebbe dare l'impressione che io sia pretestuosamente ostile verso alcune ipotesi di Horner. In realtà, come ho scritto in altre occasioni, io mi considero un osservatore neutrale ed estraneo alle (spesso bizzarre) discussioni pro o contro le ipotesi tassonomiche di Horner. Ad esempio, personalmente non mi interessa molto se Torosaurus e Triceratops siano conspecifici (non ho molte conoscenze sui ceratopsi per poter dire alcunché di sensato, ed è un problema che lascio agli amici ornithischiologi), mentre sono concorde con Horner (e altri) che Nanotyrannus lancensis sia solamente un giovane Tyrannosaurus rex (e se arriveranno nuovi dati a smentire queste interpretazione, li accoglierò senza problemi). Alcuni scritti di Horner sono stati per me davvero significativi. Ad esempio, attualmente sto scrivendo un articolo su un fossile di dinosauro che sto studiando, e molto del ragionamento in base al quale ho classificato l'esemplare è ispirato dalla "Teoria di Campo Unificata" di Horner. Al tempo stesso, non ho alcun problema a dire che le argomentazioni di Holtz sull'ecologia di Tyrannosaurus sono più convincenti di quelle di Horner. In breve, egli non è né Dio né Satana, e sarebbe bene per molti commentatori online (non solo su questo blog) di tenere in mente che un uomo, sopratutto se molto intelligente, è estremamente poliedrico, e non può essere semplificato in categorie rigide quali "ha ragione/buono" vs. "ha torto/cattivo". Sembrano banalità, ma molti spesso lo dimenticano...
Detto questo, il post mi serve per pubblicizzare alcuni eventi collegati alla intensa primavera paleontologica in arrivo qui in Italia.
Sul blog APPI è infatti esposta dettagliatamente la 3 giorni di conferenze di Horner, il prossimo aprile, anche in congiunzione all'evento piacentino che vedere sulla barra laterale.
Quindi, se avete questioni, curiosità che vorreste chiedere direttamente a Horner, non avete più scuse:
Mi raccomando, non mancate!

16 febbraio 2011

La Teoria di Campo Unificata di Horner non salva il Tyrannosaurus di Horner

I miti sui dinosauri sono sopratutto delle interessanti storie sull'animo umano. Mentre le persistenza delle teorie scientifiche sta (quasi) tutta nelle meccaniche applicazioni di un processo di verifica sperimentale e sul campo (ovvero, il giudice finale della validità di un'ipotesi è resta sempre la coerenza con le osservazioni), la persistenza dei miti scientifici è anche una questione di retorica, di linguaggio, di come le parole sono usate e dosate per permettere (a volte forzatamente) ad un modello di restare in vita (spesso trasformandosi sostanzialmente, al punto da essere di fatto demolito, ma persistendo formalmente in quanto invariato nell'apparenza).
Credo che con oggi si possa definitivamente mettere fine alla (ormai stantia) discussione se Tyrannosaurus rex fosse un saprofago obbligatorio, dato che l'unico sostenitore di questa ipotesi, Horner, nella sua ultima pubblicazione (Horner et al. 2011) giunge ad una conclusione che nega una natura strettamente saprofaga per quel theropode.
Ma è altro che, secondo me, merita di essere discusso: il modo con cui questa conclusione viene esposta.

14 febbraio 2011

Neptunidraco su Sapere

Sapere è la più antica rivista italiana di divulgazione scientifica, fondata nel 1935.
Nel primo numero del 2011, in edicola da oggi, io e Federico Fanti abbiamo pubblicato un articolo che descrive le varie fasi della ri-scoperta e rivalutazione del "Coccodrillo di Portomaggiore", alias Neptunidraco ammoniticus.
Io e Federico, appoggiati alla lastra principale dell'olotipo di Neptunidraco ammoniticus esposta al Museo Capellini di Bologna (foto di F. Borella)

...gli eventi relativi a Neptunidraco non finiscono qui...

12 febbraio 2011

Carnevale della Biodiversità - (più) Biodiversità e (meno) Adattamento

Questo è il mio secondo contributo al Carnevale della Biodiversità.
Non capirò mai perché persone istruite, colte, o comunque dotate di intelligenza e acume, spesso smentiscano queste doti dichiarando di dare valore agli oroscopi. E a nulla serve spiegare loro che l’oroscopo non ha alcuna validità predittiva, non solo perché quasi sempre scritto in modo da risultare sufficientemente vago da adattarsi a qualsiasi lettore, ma, sopratutto, perché il fondamento materiale dell’oroscopo, ovvero, le costellazioni, non esiste nella realtà.

09 febbraio 2011

Due nuovi theropodi dall'ultimo JVP

L'ultimo numero del Journal of Vertebrate Paleontology (primo del 2011) è particolarmente ricco per i theropodi, con ben 5 articoli. Di questi, due istituiscono altrettanti nuovi taxa: Albinykus baatar Nesbitt et al. (2011) e Bohaiornis guoi Hu et al. (2011).

08 febbraio 2011

“Che cosa tutti dovrebbero sapere della paleontologia?” di Thomas R. Holtz, Jr.

Questo post “ospite” nasce da una domanda posta recentemente sulla Dinosaur Mailing List: “Che cosa tutti dovrebbero sapere della paleontologia?”, e dalla risposta che ha fornito Thomas Holtz Jr., paleontologo, nonché notissimo theropodologo (e tyrannosauroidologo, e che fu intervistato per Theropoda nel 2008). La risposta di Tom fu così dettagliata ed esauriente da suscitare un grande interesse e approvazione, che in breve è stata diffusa in tutti i principali paleo-blogs. Meritatamente. Io stesso, quando lessi la risposta, pensai subito che meritasse una diffusione, se non altro perché questa è la settimana del compleanno di Darwin.
Ovviamente, una mera copiatura dell’originale non sarebbe significativa (potrei semplicemente linkarvi i vari blog anglofoni che mi hanno preceduto: Sauropod Vertebra Picture of the Week, Dave Hone's Archosaur Musings, Superoceras e Crurotarsi), sopratutto per una buona fetta dei miei lettori, italiani e (purtroppo) spesso poco anglofoni.
Per questo, di seguito, avete la traduzione in italiano che ho realizzato dal post di Tom diffuso online.

04 febbraio 2011

L'EVENTO PALEONTOLOGICO DELL'ANNO!

Il 2011 sarà l'anno della definitiva consacrazione della PaleoRinascita Italiana. Finalmente, dopo una lunga fase preparatoria, un ambizioso progetto paleontologico, totalmente italiano, entra nel vivo.
Dal 1 marzo al 31maggio si terrà a Piacenza la mostra:  

SCIENZA E ARTE RIPORTANO IN VITA I DOMINATORI DI UN MONDO PERDUTO

02 febbraio 2011

Luci e ombre su Qiupalong (e tanti auguri, Theropoda.blogspot!)

In questi giorni sono così preso da alcune ricerche che ho completamente dimenticato di festeggiare il TERZO COMPLEANNO DEL BLOG (il 31 gennaio)!
Ad ogni modo, non fossilizziamoci troppo nelle (C)autocelebrazioni...
Un nuovo theropode è il modo migliore per festeggiare il compleanno del blog, anche perché, indirettamente, c'è un sottile legame tra quel fossile e questo blog... (non chiedete dettagli perché non risponderò).